Hacking interiore

Questa lettera è un appello agli hacker che vogliono raggiungere i limiti della conoscenza e che vogliono cambiare il mondo: una conoscenza completa e profonda oltre ad essere fatta di codice, manuali e matematica è fatta di studio della propria anima.

Lo studio della propria anima è un percorso interiore finalizzato a comprendere a fondo temi per sé importanti. Ad esempio, io non sopportavo la città perchè quando camminavo per le strade vedevo un fiume di persone che non erano minimamente interessate ai miei problemi e alla mia vita. Ora stò riscoprendo una fiducia negli altri che mi fa pensare che, in realtà, tutte le persone hanno un cuore e che, se avessero il tempo, si interesserebbero ai miei problemi, e che già sono sicuramente impegnate a prendersi cura dei loro amici e parenti. Adesso che ho raggiunto queste conclusioni, cammino nelle strade della città con serenità e senza più il peso di prima. Questo è un esempio e ci possono essere temi per sé più importanti o meno importanti. Man mano che si comprendono questi temi, si ci libera da pesi e si acquisisce coraggio. Si affrontano difficoltà che erano state messe da parte. Si gode dei frutti che erano stati raccolti da tempo ma che, tuttavia, non venivano consumati. Tutto questo conduce sempre più a una gioia e pace profonda.

Il motivo per cui ti stò invitando a iniziare un percorso interiore è che a me piace tanto, lo ritengo importante e credo che anche a te, hacker, che vivi per la conoscenza, piacerà e troverai in esso risultati importanti per la tua vita. Inoltre, credo che nella cultura capitalistica in cui ci troviamo ci distraiamo facilmente da ciò che è veramente importante. C'è tutto un mondo nella propria anima che vale la pena di scoprire, curare e far fiorire. La matematica e la tecnologia non bastano ad entrare in questo mondo. Per quanto la tecnologia sia nobile ed al servizio dell'uomo, non è assolutamente sufficiente a fornire all'uomo ciò di cui ha più bisogno. Quando si riesce nell'allineare le proprie forze alla propria anima, si prova una gioia e una pace profonda e intensa. Questo è ciò di cui ogni uomo ha bisogno. Essere felice, infinitamente felice, sempre, in ogni istante della sua vita. Questa pace è come un'estasi, un'estasi che non intossica, ma che, piuttosto, lenisce e guarisce ferite, che dà la forza di dire “la vita è bella”, che fà vedere un mondo nuovo, profondo e sorprendente. Così come ogni cosa, non è facile da raggiungere. Però, ogni uomo dovrebbe avere i mezzi per poter spendere la propria vita al fine di raggiungerla.

Da buon hacker, usa la tua intuizione, leggi libri, fai pratica, studia da auto-didatta. Fai scoperte, pubblicale, confrontati con amici e altre persone. Oltre a tutto cio, è anche, per quanto ho capito, indispensabile che tu sia guidato da un esperto. Ogni cultura ha i suoi maestri: nell'oriente ci sono i maestri Sufi, ancora più ad oriente i maestri Zen. Nella cultura scientifica occidentale, ci sono gli psicologici o psichiatri.

Un pregiudizio classico è che loro siano utili solo a chi ha seri disturbi interiori. Questo è un pregiudizio. Nulla vieta di intraprendere con uno psichiatra un percorso di perfezionamento interiore.

È indispensabile essere guidati perchè anche se è naturale avere a che fare con la propria anima, ovvero, a prendersi cura di sé, dei propri sogni e desideri, a prendersi cura di chi si vuole bene e dei loro sogni e desideri, è meglio far tesoro dell'esperienza di chi ha fatto molta pratica ed ha studiato, piuttosto che fare tutto da zero. Nell'informatica, quando si scrive un software non è meglio utilizzare le librerie? O quando si vuole risolvere un problema algoritmico, non è opportuno documentarsi sugli algoritmi già sviluppati in passato? Si evitano errori, si procede più velocemente, si risparmia la fatica di fare tutto da zero.

Così è lo stesso per un percorso interiore.

Chiaramente, bisogna scegliere un dottore di cui ci si possa fidare. Io, nel mio psichiatra, vedo una persona sinceramente disposta ad ascoltarmi e quello che mi dice, anche se non immediatamente, mi torna utile, mi dà spunti di riflessione, e vedo così cose che prima non vedevo.

Bisogna anche considerare che i risultati importanti in un percorso interiore non sono immediati. Ci vogliono anni. Per me ci sono voluti 6 anni per avere raggiunto una buona confidenza. Ognuno ha i suoi tempi. C'è chi può impiegare di meno, chi di più, ma il tempo è nell'ordine degli anni.

Spendo le ultime parole per spiegare perchè affrontare un percorso interiore è anche necessario se si vuole che le cose nel mondo cambino. Quello che si capisce è che, inizialmente, molte delle proprie idee che cambierebbero le cose nel mondo sono un nostro chiedere e pretendere dei cambiamenti nelle persone. Questi cambiamenti non sono semplici da attuare e richiedono una buona dose di sacrificio. Un esempio banale è il ritenere giusto usare Linux e stupido usare Windows. Per chi non è appassionato di informatica, non sarebbe semplice imparare ad usare un nuovo sistema operativo (anche se oggi giorno Linux è diventato molto più usabile).

Non è giusto pretendere. Al massimo, si può chiedere e far vedere il proprio punto di vista. L'altra persona è poi libera di scegliere. Nell'esempio, si può spiegare perchè è meglio usare Linux, senza però prendersela se lei non lo userà e, comprendendo i suoi motivi, continuare ad essere contenti di lei.

Ma allora, come può cambiare il mondo?

Affrontando un percorso interiore ognuno arriva alla sua risposta. La mia è questa: sono sempre più contento delle cose per come sono, perchè, in un certo senso, ognuno nel mondo stà facendo del suo meglio, e anche se potrebbe fare di più, non è facile cambiare. Inoltre, se voglio che qualche atteggiamento cambi, innanzitutto, provo io stesso a cambiare e a portare un mio contributo. Il contributo che posso dare è infinitesimo, tuttavia, per quanto infinitesimo, questo contributo è qualcosa ed è un vero cambiamento. Se tutti apportassero un contributo infinitesimo, la somma totale sarebbe notevole e il mondo cambierebbe davvero.

Appendice

Questa appendice è per coloro che non amano la religione, pur essendo da piccoli stati educati e introdotti in chiesa. Qui di seguito espongo la mia visione su Dio. È una mia visione personale, ma la condivido come esempio. Ognuno può arrivare liberamente alla sua visione personale e credere e vivere la sua religione. Se poi, un gruppo di persone si ritrova in una visione personale comune, meglio ancora.

Dio sono io ed ogni altra persona che incontro nella mia vita è Dio.

Dio è una oggettificazione della mia anima. Il mio cervello crea oggetti: persone, animali, cose (chiamiamoli tutti “oggetti” per comodità). Dio è un qualsiasi “oggetto” immaginato o vero che io e le persone con cui stò troviamo importante. Tra tutti i possibili oggetti, quelli più importanti siamo noi stessi, ovvero io e ognuna delle persone con cui stò. “Importante” è inteso anche come buono, giusto, bravo, etc...

Non c'è bisogno che Dio abbia poteri soprannaturali. Già la natura è sorprendente e i veri poteri sono le capacità che ogni uomo ha e che può sviluppare. Ad esempio, io “creo” ogni cosa che vedo, vivo, sento. Le forme, lo spazio, i suoni sono prodotto della mia mente. Sono un prodotto vero: quando vedo un muro solido, la mente dice “muro solido”, io le credo e così vedo un muro solido. Quindi, io stò “creando” il muro solido. Un altro modo è dire che in realtà il muro non esiste, esso è una mia credenza. La scienza insegna che è meglio verificare le proprie credenze. Allora, quando mi avvicinerò al muro e lo toccherò, potrò rendermi conto se è un muro solido oppure un muro leggero di cartongesso. Ma sarò sempre io a credere una cosa piuttosto che un'altra. Insomma, la verità è un prodotto della mia mente a cui io credo. (È un prodotto utile e a volte importante. Come fà ad essere così, è meglio non chiederlo, ma intuirlo piano piano nel tempo). Così come il muro, ogni altra cosa. Ciò che è vero riguardo l'universo è una serie di verità che degli uomini (gli scienziati) hanno prodotto e a cui loro credono, e a cui io, fidandomi di loro, credo pure.

Ritornando al discorso delle capacità di ogni uomo, un altro esempio è questo: io non mi perdo e riesco a tornare a casa grazie alla mia capacità di orientarmi. Ciò che vale per me vale anche per le persone che conosco: esse hanno le mie stesse capacità. E inoltre, le persone più vicine a me, mi conoscono e sono felici per me quando sono felice e si dispiacciono quando sono triste.

Questi esempi sono già sorprendenti e miracolosi. Pensando a queste cose, non ho desiderio di alcun altro miracolo. Certo, i miracoli di guarigione potrebbero essere importanti. Però, il corpo è una macchina meravigliosa: milioni di cellule che collaborano in perfetta sincronia. Anche vivendo per un solo giorno, il mio corpo è riuscito in un'impresa epica. La malattia è un qualche limite o intoppo che incontra la macchina corpo e che può pregiudicare il suo normale funzionamento. Ma pensando alla straordinaria cosa che è il corpo, cosa voglio di più? (Certo, è anche giusto non arrendersi alla malattia e non smettere di sperare nella guarigione).

Dio è anche lo zero: è quella cosa che c'è quando non c'è niente. Quando non ci sono io, quando non c'è nessun altro c'è comunque Dio.

Come faccio a non esserci? Quando smetto di volere dopo aver avuto a sufficienza, non ci sono più, c'è solo Pace, c'è Dio. A volte è difficile riconoscere di aver già avuto a sufficienza. Ci vuole pratica. Anche se sembra semplice non è banale riuscirci, perchè a volte quando desideriamo o vogliamo qualcosa, è difficile rendersi conto che già abbiamo avuto a sufficienza e che possiamo essere felici così.

Lo stesso vale per un altra persona: quando vedo che lei (o lui) ha già avuto a sufficienza ed è contenta, c'è solo la sua contentezza, c'è solo la sua Pace.

Dio è una combinazione dello zero, di me stesso e delle altre persone che incontro. Infatti, non sempre sono bravo, non sempre una persona è buona, però c'è lo zero e quindi quando smetto di volere, quando mi accontento a buona ragione di ciò che riesco a fare e di ciò che è una persona, ritrovo Dio.

Perchè questo discorso su Dio? Dio è un concetto utile e importante e ognuno dovrebbe essere in grado di raggiungere le sue conclusioni su Dio, così come ho fatto io. Chiaramente, rispettando le conclusioni e il credo altrui.

Intraprendere un percorso interiore fornisce strumenti utili per raggiungere questo fine.

Antonio Giovane Uomo, 24/06/2018